Tappa 5: Libreria Acqua Alta e Campo Santa Maria Formosa

Proseguiamo per un altro campo, a due passi da qua: si chiama Santa Maria Formosa. Dall’angolo di Rosa Salva proseguiamo fino ad imboccare, a destra, Calle Vesier e la seguiamo attraversando il Ponte dei conzafelzi. Superato il ponte la strada cambia nome in Calle Bragadin (o Pinelli). Proseguiamo finché non incrociamo Calle Lunga Santa Maria Formosa. Giriamo dapprima a sinistra per una tappa obbligata, pochi metri più in là.

Libreria Acqua Alta


Infatti in questa calle, al nr. civico 5176/B si trova la famosa e pittoresca libreria “Acqua Alta”. Qui i libri sono disposti ovunque. Ce ne sono accumulati dentro a delle vasche da bagno. Alcuni sono persino accatastati dentro ad una grande gondola! L’acqua alta, quella vera, del novembre 2019 ha provocato gravissimi danni alla libreria, distruggendo libri e fumetti e rovinando le suppellettili. Per fortuna uno stuolo di volontari si è rimboccato le maniche per recuperare il recuperabile e la Libreria ha riaperto nel xxx 2020.

Se invece si gira a destra si arriva direttamente nel campo Santa Maria Formosa.

Campo Santa Maria Formosa


Di fronte a noi vediamo la chiesa di Santa Maria Formosa: si narra che nel 7° secolo la Madonna apparì in sogno a San Magno Vescovo e gli ordinò di costruire una chiesa nel luogo in cui avesse visto fermarsi una nuvoletta bianca. Ciò venne fatto e fu chiamata “formosa” in memoria dell’aspetto di Maria apparsa come una florida signora.

La piccola costruzione tra il campanile e la facciata della chiesa era la sede della Scuola dei Casseleri. I casseleri fabbricavano casse per merci come sale, spezie, grano e contenitori per corredi nuziali, dove le fanciulle conservavano la loro dote, dette “arcelle”. Nella tradizione veneziana i casseleri sono ricordati come protagonisti di una delle più antiche feste: La Festa delle Marie.

Il “mascherone”

Sempre in questo campo, si trova una figura interessante: giriamo intorno alla base del campanile dalla parte del rio. Ora alzando lo sguardo sopra la piccola porta si nota una strana figura di aspetto grottesco, chiamata “mascherone”. Veniva spesso posta sulle porte di accesso alle campane: secondo la leggenda, dovevano impedire al diavolo di entrare e suonare le campane spaventando la gente. Torniamo di nuovo in campo.

L’eroe della battaglia di Lepanto

Durante il dogato di Alvise I Mocenigo, fu comandante della flotta veneziana durante la famosa battaglia di Lepanto Sebastiano Venier.

Nel campo si trova la Farmacia dell’Orso e nella casa sopra la farmacia viveva il nostro eroe. Sebastiano era una persona colta, si dedicò all’avvocatura, anche se non conseguì la laurea, ma era anche molto nervoso, con poca pazienza e litigava spesso con gli altri. Si dice che da ragazzo faceva spesso a botte con i suoi compagni. Infatti, forse proprio per questo suo carattere, durante la battaglia di Lepanto, diede il meglio di sé: anche se ferito ad un piede, Sebastiano continuò a lottare calzando delle babbucce rosse.

In questa parte del campo c’è anche una grandissima vera da pozzo. C’è un cervo su una delle lastre: rappresenta lo stemma di una famiglia. Tante famiglie a Venezia avevano il proprio stemma che era un po’ come un biglietto da visita dei giorni nostri, una rappresentazione grafica di un cognome.

All’inizio si usavano solo i colori, tipo il rosso, argento o oro. Ma poi, siccome le famiglie diventarono sempre più numerose, non bastarono i colori e si aggiunsero nuovi elementi: per esempio la Famiglia Molin aggiunse sullo stemma un mulino, la Famiglia Barbarigo delle barbe, la Famiglia Gradenigo aggiunse una serie di scalini e così via…

Per una pausa ci si può sedere al Bar Gelateria Zanzibar vicino al campanile e godersi l’atmosfera di questo campo.

Rientro al Campo San Bortolo

Per tornare indietro al nostro punto di partenza, seguiamo la fondamenta dei Preti di fianco al Bar Gelateria e saliamo il Ponte omonimo. Appena arrivati sul ponte, alzando lo sguardo, si osserva l’Arco del Paradiso, datato fine ‘400. I due stemmi sono uno della Famiglia Foscari, mentre l’altro è della Famiglia Mocenigo. L’arco ci fa sapere che nel 1491 Pellegrina Foscari sposò Alvise Mocenigo e portò in dote tutte le case che danno sulla calle: ben 26 appartamenti!

Proseguiamo e arrivati in Salizada San Lio, giriamo a destra per tornare verso il Campo San Bortolo, attraverso Calle de la Bissa e il sotoportego dove si trova la rosticceria Gislon. Eccoci qua, giornata intensa anche oggi!!

Melusina Homes
Calle del Cafetier, Castello, Venezia

si dorme!

si dorme!

Rosticceria Gislon
Calle de la Bissa, 5424/a, 30124 Venezia VE

si mangia!

si mangia!

Ca Bernarda
San Polo 1321, 30125, Venezia

si dorme!

si dorme!

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