Giorno 9 Capitol Reef National Park

Durata: 4 h

Distanza: 206 miglia (3310 km)

Prima di imboccare la Scenic Byway 12 in direzione di Zion, facciamo un brevissimo detour per visitare alcuni punti d’interesse del Capitol Reef National Park.

Situato nel centro-sud dello Utah, nel cuore della regione della roccia rossa, il Capitol Reef National Park è un tesoro nascosto ricco di formazioni rocciose, canyon, archi naturali e testimonianze delle culture precolombiane all’interno di quello che viene definito Waterpocket Fold, una sorta di “ruga” della terra, che si estende per quasi 100 miglia.

Capitol Reef National Park è un parco “minore” dello Utah, ma ottimamente posizionato tra Bryce Canyon e Zion National Park da una parte e Arches National Park e Canyonlands National Park dall’altra. Si possono fare piacevoli e non faticose soste in alcuni punti panoramici (ad esempio in un punto da cui si vede un’ansa del fiume – gooseneck -) ed altri siti interessanti lungo la strada.

Ad esempio nel minuscolo abitato di Fruita ci sono alcuni frutteti (cd. oasi di Fruita) che furono avviati dai primi mormoni che si insediarono in queste zone, dove si coltivano pesche, ciliegie, mele.

All’ingresso c’è un baracchino, con una bilancia e delle buste. Funziona in questo modo: tutto quel che riesci a mangiare mentre sei all’interno del frutteto, è gratis. Se raccogli frutta dagli alberi e la porti via, allora devi pesare e pagare, lasciando i soldi nella cassettina all’ingresso. Eseguiamo alla lettera: ci imbottiamo di chili di mele e quando usciamo ce ne portiamo via qualcuna, pagandola e lasciando i soldi nella piccola fessura.

Sempre a Fruita si può visitare un piccolo edificio in legno, che fu una scuola sempre al tempo dei primi conquistatori. Sono stati conservati gli arredi interni. Ci sono anche altri edifici con gli arredi originali che si possono visitare, tra cui per esempio una abitazione dell’epoca.

Lungo la strada appena fuori dal Parco ci sono delle passerelle in legno, a ridosso della parete rocciosa, che si possono percorrere per vedere i numerosi petroglifi incisi nella roccia (i pittogrammi sono dipinti, i petroglifi incisi). Anche qui, come ieri ad Horseshoe Canyon ci sono forme piuttosto curiose!

Proseguiamo poi in direzione Zion, percorrendo la Scenic Byway 12 (strada secondaria panoramica 12), che passa attraverso i tipici scenari di questa zona: alte formazioni di terra rossa levigata dal vento, goosenecks e qualche altra sosta. Ad esempio poco dopo aver superato Boulder, appena prima di attraversare l’Escalante River, sulla destra parte un breve trail che conduce ad una roccia lungo la cui parete sono state lasciate le impronte di 100 mani (100 Hands Wall). Interessante e insolito anche questo sito.

Dopo il breve detour, procediamo lambendo anche per un breve tratto il Bryce Canyon National Park, dove ci fermiamo solo per qualche foto. Lo avevamo già visitato nel 2004 durante il nostro primo viaggio negli Stati Uniti.

Arriviamo finalmente a Zion ed entriamo nel Parco per ritirare il nostro permesso: nel mese di luglio (per settembre) avevamo prenotato online i pochi posti disponibili per il campeggio all’interno dei Virgin Narrows, 12 “piazzole” in tutto.

Si tratta di una delle due grandi sfide che ci attendono in questo viaggio. Due giorni di cammino quasi interamente con l’acqua alle ginocchia (quando va bene) per percorrere il profondo canyon scavato dal Virgin River, il fiume che attraversa lo Zion National Park.

Il dialogo con il ranger del Parco che consegna i permessi è questo:

  • Siete consapevoli di dove state andando? – Si
  • Avete preso visione del tempo previsto per i prossimi giorni? Se sì, dovete dichiararlo esplicitamente barrando questa casella – Si (barriamo)
  • Siete preparati fisicamente e come attrezzatura? – Si….
  • Scrivete in quegli spazi il nominativo e recapito telefonico di una persona di vostra fiducia E noi: – Le dobbiamo lasciare scritto dove alloggiamo in questi giorni? Risposta: – No no, mi serve il nominativo di una persona che non venga con voi nei Narrows, da avvisare nel caso che non torniate…. Ah, ok!

E ancora:

  • Avete una macchina? – Si – esponente questo foglio in cui c’è scritto che siete andati ai Narrows il tal giorno E noi: – Perché? – Perché così se nessuno va a ritirare la macchina dopo un po’ la mandano a riprendere!  

 

Lo giuro! Testuali parole!!

Ok, lo facciamo?…Ma sì, lo facciamo! Usciti dal centro visite ci dirigiamo presso l’outfitter di Springdale, la cittadina alle porte del Parco, dal quale avevamo prenotato l’attrezzatura di supporto (bastone, drybag – borse per tenere all’asciutto tenda, viveri, sacco a pelo – calzini al neoprene per riuscire a resistere immersi nell’acqua gelida per due giorni). Non è possibile fare visite guidate dentro ai Narrows, quindi gli outfitters ti mostrano video e diapositive spiegandoti come muoverti, spiegandoti il percorso, ti lasciano una cartina con qualche fotografia di posti da usare come punti di riferimento per l’orientamento, ti mollano l’attrezzatura, dopodiché ti devi arrangiare da solo.

Pernottiamo presso l’hotel Bumbleberry a Springdale (ottimo! Soprattutto l’adiacente ristorante/diner, dove mangiamo di ritorno dai Narrows)

Permessi per campeggio nei Narrows
Ingresso al trekking da Chamberlain Ranch, UT 84767, Stati Uniti

si dorme!

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