Tappa 4: Scuola Grande di San Rocco

La Scuola Grande di San Rocco è una delle sei scuole Grandi presenti a Venezia. All’inizio del 1300, all’età di 20 anni, San Rocco si recò a Roma per curare gli ammalati di peste. Mentre si trovava in ospedale, fu anche lui infettato: al mattino seguente aveva la febbre alta e una gigantesca ulcera sulla gamba sinistra. Non volendo dare fastidio agli altri malati, fuggì nel bosco, attendendo la morte.

Vennero così in suo aiuto un angelo e un cane che gli curarono le ferite e gli portarono del cibo tutti i giorni. Una volta guarito, tornò in città, ma la malattia lo aveva talmente cambiato, che nessuno lo riconobbe, anzi, fu imprigionato. Soltanto il suo cane fedele gli fece compagnia. Ecco perché San Rocco è spesso rappresentato insieme al suo cagnolino.

A partire dalla grande pestilenza del 1576, il governo veneziano decise che il giorno di San Rocco, protettore degli appestati, fosse festa solenne. Così anche oggi, il 16 Agosto si costruisce il “tendon del doge”, una specie di baldacchino. Nei secoli scorsi la zona davanti alla scuola in questo giorno di festa si allestivano tante bancarelle e i giovani pittori esponevano le loro opere lungo i muri delle case vicine per farsi conoscere.

Tintoretto

All’interno di San Rocco si trovano più di 60 tele del Tintoretto, che qui passò più di 20 anni. Nel 1564 fu indetto un concorso per decorare la Scuola. I migliori pittori del tempo furono invitati a presentare un disegno per un quadro del soffitto, rappresentante San Rocco in gloria. Mentre tutti i concorrenti preparavano un piccolo abbozzo, Tintoretto dipinse il quadro con rapidità incredibile e lo fece applicare al soffitto dove prestabilito. Tutti rimasero incantati di fronte al grande quadro in cui la gloria di San Rocco era dipinta con figure di una forza sorprendente, in un meraviglioso gioco di luci e di colori.

Allora il pittore disse che avrebbe donato quel quadro alla confraternita, senza pretendere alcun compenso. Spiegò che l’aveva fatto unicamente in onore di San Rocco e che quel glorioso soggetto aveva acceso improvvisamente la sua fantasia. Fra l’entusiasmo dei confratelli della Scuola di San Rocco e l’invidia degli altri pittori concorrenti, ottenne l’incarico di decorare tutto il grande edificio. Allora ideò un programma iconografico: i dipinti delle pareti illustrano le storie del Nuovo Testamento a cui corrispondono quelle del soffitto appartenenti al Vecchio Testamento.

Salone d’ingresso e Sala Terrena


Nel salone d’ingresso, dove si accoglievano i visitatori e si soccorrevano i bisognosi, sono rappresentati episodi del Vangelo. Nella Sala Terrena iniziò a lavorare dopo aver già concluso i lavori nella Sala Superiore e quella dell’Albergo. Verso il fondo della sala è rappresentato Santa Maria Maddalena e Santa Maria Egiziaca. Le due sante vengono raffigurate in un paesaggio notturno: a Tintoretto piaceva molto giocare con la luce, che rivela un mondo poetico, molto suggestivo. Vedi la Santa che alza gli occhi e vede dinnanzi a sé illuminarsi magicamente il paesaggio nella notte? Ecco, è stata una grande sfida realizzare questo effetto!

Sala dell’albergo

Di sopra, nella Sala dell’Albergo, sul soffitto si trova l’ovale che valse a Tintoretto il lavoro.


In questo dipinto voleva che San Rocco e le figure dipinte insieme a lui guardassero dall’alto, quasi affacciandosi sul bordo.  Intorno sono posizionate le figure allegoriche delle altre scuole veneziane: San Giovanni Evangelista, San Marco, San Teodoro, della Carità e della Misericordia, con ai quattro angoli i tondi delle stagioni: Primavera, Estate, Autunno e Inverno. Negli altri riquadri le virtù: La Speranza, La Fede, La Felicità, La Bontà e La Liberalità.

I teleri che coprono le pareti sono dedicati alla Passione e Morte di Cristo. Sulla parete di fondo la Crocifissione, una grande tela di m. 12 x 6, in cui il pittore ha rappresentato in maniera possente il dramma del Golgota (è il nome della collina appena fuori le mura di Gerusalemme su cui, secondo la narrazione dei vangeli, salì Gesù per esservi crocifisso) e devo dire… è venuto fuori un capolavoro!

Di fronte Cristo davanti a Pilato; Gesù è dritto in piedi sui gradini, drappeggiato in un lenzuolo tutto bianco, il che gli da molta luminosità, non sembra di certo che dovrà essere crocefisso, ma esprime un grande vigore spirituale, mentre Pilato e la folla circostante sono ritratti nell’ombra, con un forte contrasto.

Sotto un vetro sul bancone della Sala si trova un frammento di un fregio rappresentante tre mele rimasto ripiegato dietro il telaio e recuperato solo nel 1905. Siccome non è stato esposto al sole, ha mantenuto la freschezza luminosa dei dipinti al loro stato originario.

Sala del Capitolo


Ora andiamo nella Sala del Capitolo (Sala Superiore), dove si svolgevano le riunioni dei confratelli. Siccome questa sala era decorata con “canevazzi”, dipinti usualmente presi a noleggio di anno in anno per addobbare la Sala in concomitanza con la festa del patrono, nel 1575 Tintoretto propose al Consiglio della Scuola di eseguire gratuitamente il grande quadro centrale del soffitto, con l’impegno di ultimarlo per il 16 agosto 1576, festa di San Rocco. Così dipinse ”Il miracolo del serpente di bronzo”. Ultimato questo dipinto, si dichiarò pronto a dedicare la sua attività alla decorazione della Scuola, ricevendo durante tutta la vita, qualora fosse caduto ammalato dopo l’ultimazione dei lavori nella Sala Superiore, una provvigione annuale di cento ducati. La Scuola accettò e il pittore dedicò il resto della sua vita alla pittura, la sua grande passione.

Si ispirò agli episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento per decorare questa sala: siccome la sete, le malattie e la fame sono i tre flagelli che affliggono il genere umano, dipinse diverse scene che richiamano l’acqua, la guarigione e il pane.

Per esempio, il tema acqua è rappresentato nel soffitto nel dipinto “Mosé fa scaturire l’acqua dalla roccia”: l’acqua sgorga per dissetare gli ebrei pellegrini arsi e assetati nel deserto. Sulla parete sinistra, a richiamo, c’è il “Battesimo di Gesù”, e di fronte, sulla parete destra, la “Piscina probatica”, scena in cui Gesù fa guarire un paralitico (raffigurato a sinistra).

Il tema del pane è affrontato sulle tele poste sulle pareti, nell’Ultima Cena una scena quasi reale: nella cucina di palazzo, i servi che lavorano, la tavolata dei commensali con Gesù che annuncia il tradimento e i due mendicanti che si accontentano degli avanzi e un cagnolino a cui bastano le briciole. Di fronte, nella Moltiplicazione dei pani e dei pesci, si vede Gesù, il quale moltiplica il pane ed i pesci per dare da mangiare alla gente.

Una cosa divertente per i bambini in questa sala è che, poichè buona parte delle opere da osservare si trovano sul soffitto, sono a disposizione numerosi grandi specchi, che si utilizzano per riflettere il soffitto e poterlo guardare senza stare continuamente con il naso all’insù. Ai bambini piace girovagare per la grande sala riflettendo qua e là i dipinti del soffitto.

Sosta da Tonolo

Sullo stesso lato della Scuola c’è un sottoportico con a sinistra una piccola tabaccheria e sulla destra un negozio di scarpe. Lo imbocchiamo (Calle San Rocco) e ci troviamo in un campiello, lo attraversiamo e girarimo a sinistra. Saremo in  “Calle Scuola”. Continuiamo sempre sulla sinistra fino a trovarci alla pasticceria Tonolo (qui consiglio una tappa obbligatoria. Pastine e torte per tutti i gusti). Usciti da Tonolo giriamo subito a destra dove sulla sinistra c’è un pub (Capo Horne), continuiamo fino alla fondamenta dove sulla destra si trova la Chiesa di San Pantalon. Bene, facciamo il ponte di fronte e camminiamo. Ci sono tanti giovani quì intorno a mangiare il gelato o qualche cicchetto…qui vicino infatti c’è l’università di Ca’ Foscari e Piazzale Roma…da dove, assieme alla Ferrovia,  la maggior parte delle persone arrivano dalla terraferma. Ma eccoci arrivati in Campo S. Margherita.

MyPlace Campo Santa Margherita
Campo Santa Margherita, 3032, Sestiere Dorsoduro – Venezia

si dorme!

si dorme!

Osteria al Squero
Dorsoduro, 943, 30123 Venezia

si mangia!

si mangia!

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