Giorno 3 Redwood National Park: in bici tra spiagge, cervi, crinali e canyon lussureggianti
Itinerario a Redwood National Park
Redwood National Park

E’ qui, al Redwood National Park, che il nostro tour della California raggiunge il suo punto più settentrionale. Infatti il parco si trova all’estremo nord della California, al confine con l’Oregon.

Eccoci pronti per la nostra avventura! Al noleggio camper abbiamo noleggiato anche le mountain bike, che intendiamo utilizzare per fare un anello a partire dal campeggio, svalicando un’altura che lo separa dall’oceano, costeggiando l’oceano per un bel tratto per poi risvalicare e rientrare al campeggio. Il percorso è quello segnato in tratteggio giallo sulla mappa sopra.

Gold Bluffs Beach

Partiamo per la nostra avventura, che inizia dentro ad una foresta fittissima, dall’aria decisamente primordiale. Non a caso da queste parti hanno girato uno degli episodi di Jurassic Park! Il sottobosco è ricco di alte felci, gli alberi quasi coprono interamente la visuale sul cielo. Potrebbe anche piovere che non ce ne accorgeremmo. Alla fine del percorso dentro la foresta ci ritroviamo su una stradina sterrata che conduce all’oceano. In fondo alla strada, proprio sulla spiaggia, raggiungiamo un remotissimo campeggio (sfortunatamente non accessibile ai camper), Gold Bluffs Beach.

Lo scenario è mozzafiato: per chi ha dimestichezza con la serie Lost, potremmo paragonarlo ad alcune viste dell’Isola…Gli alberi arrivano fino a toccare l’acqua, la spiaggia è battuta dal vento, colma di tronchi. Anche qui, come nel nostro campeggio, numerosi cervi pascolano liberamente. Alcuni di loro fanno capolino all’ingresso delle tendine dei campeggiatori della spiaggia in cerca di cibo.

I bambini lì attorno, incuriositi ed ammirati dall’insolito spettacolo, si avvicinano circospetti: ma i cervi sorprendentemente non sembrano spaventati, perché per loro, che vivono in questa riserva naturale, l’uomo non rappresenta un pericolo, quindi si lasciano avvicinare fin quasi a farsi accarezzare.

Fern  Canyon

Proseguiamo la pedalata ed intanto ci guardiamo attorno, avidi di questi scenari. Più avanti lungo il percorso facciamo sosta al Fern Canyon  , un canyon la cui particolarità è che le pareti sono completamente ricoperte di felci! Bellissimo. Lo percorriamo fino a dove possibile, poi torniamo indietro e ripartiamo.

La nostra idea era di utilizzare un percorso segnato, anche se non ciclabile, magari portando per qualche tratto le bici a mano.

Poco più in là però incontriamo (cosa strana visto che per lunghi tratti non si è vista un’anima) una coppia che ci dice che stanno tornando indietro perché più avanti è tutto allagato. Il fango fino alle loro ginocchia ce lo conferma. Decidiamo di provarci lo stesso, magari troveremo un punto più asciutto da cui passare…Non sembrano però esserci passaggi utili ed anche noi ci ritroviamo ruote e gambe in acqua mista a fango e torniamo sui nostri passi…

Il “famigerato” Ridge Trail

Non volendo rifare esattamente la stessa strada a ritroso, ad un certo punto vediamo un percorso segnato che sale sulla montagna in un punto piuttosto ripido e decidiamo di prenderlo: l’idea è di svalicare da lì e di rientrare poi al campeggio. Il percorso si chiama Ridge Trail . Sappiamo l’inglese ma questa parolina, in particolare, fino ad allora ci era sconosciuta…

Scopriamo dopo ore di un estenuante su e giù in cima al monte, senza mai un accenno a poter scendere lungo uno o l’altro versante, che ridge significa “crinale”: quello è il percorso di crinale! Che sembra non avere mai deviazioni per scendere! E’ faticosissimo, è un percorso che era indicato solo a piedi, infatti la strada è strettissima, tortuosa e piena di dislivelli dovuti a radici, sassi ed altro ancora. Lo percorriamo in parte a piedi, portando a mano le bici, in parte salendo sulle bici, ma facendo cose da brividi! Alcuni punti in discesa con curve strettissime e gli alberi nel mezzo!

Ridge Trail, Redwood National Park California Stati Uniti

Passa il tempo e cominciamo a demoralizzarci…sentiamo anche dei rumori strani che (ma questo ce lo diciamo soltanto dopo) tutti e due temiamo essere il verso dell’orso!
Ad un certo punto vediamo un cartello per un percorso che porta giù verso il campeggio sulla spiaggia; non è il versante giusto ma io insisto per andarci, perché così almeno torneremo in un punto noto e dove possiamo trovare gente. Siamo stremati, sono passate oltre 8 ore  dalla partenza. Abbiamo camminato e pedalato lungo il crinale, la mia speranza è che qualcuno con un pickup si trovi sulla spiaggia e ci riporti su!

Finalmente raggiungiamo la spiaggia, rintraccio una ranger che sta ispezionando il campeggio sull’oceano, le spiego la situazione e la scongiuro di caricarci sul suo pickup  . Lei però non ne vuole sapere! E come se non bastasse contatta anche l’altra ranger, più giovane e gentile, che si trova alla sbarra d’ingresso del campeggio, vietando anche a lei di caricarci! Adduce come scusa possibili beghe assicurative!!! A questo punto siamo piuttosto demoralizzati e ad Ale si rompe anche il manubrio…arriviamo alla sterrata ripidissima che sale ed oltrepassa la montagna e cominciamo, portando a mano le bici, a salire…

Salvi!

Ma per chi non credesse alle favole, io da allora ho ricominciato a credere nel principe azzurro! Si ferma un grosso pickup bianco con dentro due persone, un ragazzo alla guida ed il padre. Il ragazzo ci chiede che è successo, se ci serve una mano, gli spieghiamo la situazione e in men che non si dica ha caricato noi e le nostre bici sul retro del furgone.

Increduli, ci godiamo qualche secondo di riposo, e nel frattempo dal finestrino ci chiede dove dobbiamo andare. Salta fuori che lui ed il padre sono nello stesso nostro campeggio! Così non solo ci riaccompagnano al di là della salita, ma ci portano fino alla piazzola! Si beccano pure un rimprovero dai ranger del campeggio, perché non è consentito portare persone sul retro del pickup. Ma dopo che spieghiamo anche a loro il giro che abbiamo fatto, dopo aver sgranato gli occhi ci fanno passare.

A quanto pare ce la siamo guadagnata! Il principe azzurro, che si chiama Nathan, sta con una tendina nella piazzola attaccata alla nostra! Gli avevamo promesso una birra  e gliela porto dopo una doccia; dovrei andarci con Ale ma quando torno dalla doccia è crollato in un sonno pesantissimo!

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