Il Porto Antico: l’Acquario di Genova, la Città dei Bambini e dei Ragazzi, la Biosfera, il Galata Museo del Mare, il Bigo e altro ancora

E’ da qui che, nel 1492, tale Cristoforo Colombo, con un manipolo di coraggiosi marinai al seguito, a bordo di tre caravelle, veleggiò verso l’ignoto, fino a scoprire il continente Americano.

Ed è sempre da qui che, circa 400 anni dopo, la leggenda narra che un anonimo mercante genovese spedì Oltreoceano, una partita di tele di colore blu (tinte con indaco) tipiche della produzione tessile ligure che furono poi sfruttate, data la loro resistenza, per la confezione di tute e, soprattutto, di calzoni, caratterizzati da ampie e robuste tasche, molto richiesti a quell’epoca dai cercatori d’oro.

Due tessitori che vivevano oltre Atlantico, Levi Strauss e Jacob Davies, intravidero le potenzialità di questo tessuto, ed iniziarono a produrre la tela di “Genes” (da cui Jeans) di cui ottennero in seguito, nel 1874, anche il brevetto.

Insomma, possiamo ben dire che la storia è passata da queste parti. E buona parte di quel che siamo oggi, della nostra cultura, sono originati proprio da qui, da questo antico porto.

Caricamento

Di fronte a Sottoripa, il caratteristico e basso porticato dove si susseguono negozietti di generi vari, dalla ristorazione ai souvenir, si trova il largo spiazzo di Caricamento. Fu realizzato nell’Ottocento con riempimenti a mare  (e con la demolizione degli antichi magazzini del grano). Quando, nel 1853, un ramo della ferrovia Torino-Genova arrivò fin qui, la zona prese il suo nome attuale, in quanto punto di carico e scarico merci.

Da Caricamento si dipana il cuore del Porto Antico. Un tempo centro degli scambi mercantili genovesi, oggi riconvertito al turismo ed allo svago. L’area spazia da ponte degli Embriaci a ponte Spinola, dove adesso si trovano il Bigo di Renzo Piano e l’Acquario.

Nel 1992, in occasione delle celebrazioni per il Cinquecentenario della scoperta dell’America, la zona è stata oggetto di un radicale rinnovamento architettonico. Fedeli alla duplicità, al convivere dei contrasti, del vecchio e del nuovo, anche in questo radicale rinnovamento i genovesi hanno conservato tracce del passato. Tutte le precedenti costruzioni portuali sono state lasciate a vista. In questo modo convivono le più moderne architetture con i resti delle antiche strutture.

Questo è il regno dei bambini. L’ampio spazio di Caricamento, insieme alla zona antistante le banchine, spaziosa e pedonale, sono perfetti per una partita di calcio, di bocce. O per qualche corsa a piedi o in bici. Ci sono anche due aree giochi attrezzate con altalene e scivoli, per intrattenere proprio tutti, a tutte le età.

L’Acquario di Genova

Non pensate però di riuscire a distrarli troppo a lungo dal loro vero obiettivo, dal motivo per cui sono venuti (o per cui voi li avete portati): l’Acquario. L’Acquario di Genova è, a mio parere, un luogo che almeno una volta nella vita bisognerebbe visitare. E se lo si fa da bambini, meglio ancora! Con quella sete di scoperta e gli occhi che si spalancano di fronte ai meravigliosi allestimenti, un bambino sa gustarsi la visita meglio di chiunque altro!

Di acquari, in giro per il mondo, ne ho visti parecchi. Non male quello di Lisbona, l’Oceanario (di cui scrivo in una altro racconto). Del tutto trascurabili invece le sedi del SeaLife in cui mi sono imbattuta. Tiuttavia, nulla a confronto di Genova! Nemmeno il rinomato Acquario di Monterey in California gli si avvicina!

Si può spendere un tempo imprecisato dentro l’Acquario, dipende da quanto vi lascerete catturare dalla varietà di specie e di ambienti. Da quanto sarete disposti ad attendere per vedere lo squalo addentare una preda. O se vorrete cimentarvi nel riconoscere i delfini dalle caratteristiche uniche della loro pinna.

Le vasche e gli scenari sono giganteschi. Sono in genere accompagnati da pannelli esplicativi che mostrano le specie principali che si trovano in ciascuna vasca, il grado di pericolo in cui si trova la specie (se in via di estinzione oppure no), talvolta anche le abitudini (come respira, di cosa si nutre, ecc.).

I nostri preferiti sono stati: i mastodontici e pacifici lamantini, le gigantesche ed inquietanti murene, i delfini, gli squali, le foche. E i pinguini naturalmente. Anche se quando andai per la prima volta anni fa mi sembra di ricordare ci fossero più specie, mentre ora ne ho riconosciuti soltanto di due tipi. Infine la vasca tropicale. Ai bambini viene spiegata con un parallelo con Nemo oppure con Bikini Bottom di Sponge Bob, con affiancate l’immagine del pesce nel cartone ed il suo corrispettivo reale.

vasca tattile acquario di genova

Quasi mezz’ora poi l’abbiamo spesa nella vasca “tattile”, dove, ebbene sì, si possono toccare i pesci. E per quanto l’esperienza ci dica che i pesci sono animali sfuggenti, che sgusciano via ad ogni tentativo di allungare una mano, qui ci sono delle magnifiche razze che hanno compreso che l’uomo per loro, in quel contesto, non rappresenta un pericolo. Quindi non solo si avvicinano e si lasciano accarezzare (sensazione insolita e decisamente ruvida). Ma vengono proprio a cercare le coccole, quasi fossero cagnolini. Addirittura talvolta si esibiscono in estemporanei balletti con la testa che affiora fuori dall’acqua e roteando in verticale con quelle loro pinne-ali.

Per i più tecnologici, ci sono anche alcune installazioni divertenti. Un lungo corridoio dove con dei touch screen ci si può costruire un proprio pesce (scegliendo la forma, il colore, il tipo di pinna, di testa, ecc.), per poi rilasciarlo in mare e vederlo nuotare virtulamente nella parete di fronte, insieme alle centinaia di altri pesci personalizzati costruiti dagli altri visitatori.

C’è anche, per i costo aggiuntivo di 2 eur, la possibilità di sedersi ed indossare una sorta di casco per la realtà virtuale, simulando una vista a 360* di un ambiente marino, come se si fosse in un sommergibile dalle pareti trasparenti.

Noi abbiamo speso 3 ore e ½ all’Acquario, e sarebbero state di più, se non fossimo stati divorati dalla fame e dalla stanchezza (io ed i bambini arrivavamo da una levataccia alle 4 di mattina, per prendere il treno che, in “sole” 5 ore, ci ha portato a Genova, mentre Ale era reduce da qualche giorno passato in una insolita caldera in Francia esplorando le Gole del Verdon, la Provenza e la Costa Azzurra in moto).

Consigli per la visita e le “esibizioni”

Per quanto riguarda l’orario consigliato per la visita, il sito dell’Acquario suggerisce di andare di prima mattina o nel tardo pomeriggio (ci sono giornate, come di sabato o nei giorni di maggior affluenza ed alta stagione, che l’acquario chiude alle 9 di sera), prenotando il biglietto ad uno specifico orario di ingresso, per saltare le code.

Devo però sottolineare che, sebbene la cosa sia celata (anzi esplicitamente negata) sul sito ufficiale, nelle ore centrali del giorno si svolgono alcune attività/esibizioni a cui invece varrebbe la pena  assistere (e che noi di conseguenza ci siamo persi). Come ad esempio l’ora in cui gettano il cibo agli squali o ai pinguini. Oppure un’esibizione dei delfini. Anche se qui non sono attrezzati con tribune come ad Oltremare o in altri delfinari, quindi allo spettacolo si assiste in piedi, lungo il corridoio, assiepati insieme agli altri visitatori.

Ale nei giorni precedenti si era raccomandato che controllassi se c’erano spettacoli e che prendessi i biglietti in un orario compatibile, per potervi assistere: però, come ho scritto, sul sito questi appuntamenti non sono citati, anzi, nella sezione FAQ è esplicitamente scritto che all’Acquario di Genova non ci sono forme d’intrattenimento tipo spettacoli con gli animali, ma solo speech di esperti che descrivono gli animali e le loro abitudini.

Che ci fossero invece questi appuntamenti lo abbiamo scoperto solo una volta dentro, perché erano riportati nella mappa dell’Acquario che consegnano all’ingresso; Ale mi ha tenuto il muso per un po’ quando se n’è accorto, quindi ora passo la palla a voi, sappiatelo prima di andare! 😉

ibis rosso biosfera genova

La Bolla di Renzo Piano; Porto Antico Genoa (5700585868)

La Biosfera

Quando ho acquistato il biglietto online, per un periodo di tempo limitato era incluso, oltre all’ingresso all’Acquario, anche l’ingresso all’adiacente Biosfera, una grande sfera trasparente che riproduce una foresta umida tropicale. La particolarità oggi è che è talmente caldo fuori che sembra abbiano messo l’aria condizionata DENTRO la sfera per mantenere la temperatura tropicale!

La Biosfera si visita in pochi minuti ma è carina ed anche qui volendo ci si può fermare un po’ (anche se gli spazi sono ridotti) ad osservare la fauna e la flora. La fauna è composta da un simpatico pappagallo, che talvolta si mette in mostra, altre volte se ne sta acquattato sui rami (all’ingresso campeggia una scritta: “la visione del pappagallo non è garantita”). Per nostra fortuna è in vena di esibirsi, quindi per tutto il tempo in cui restiamo dentro se ne sta appollaiato su alcune corde e rami in bella vista.

Ci sono poi una coppia (o forse anche 3) di bellissimi ibis rossi, che se non state attenti, quando ci passate sotto, vi scaricano un bel ricordino in testa. Infine ci sono dei piccoli piranha in una vaschetta vicinissimo alla quale passa il percorso interno, e dentro ad una teca numerosissimi insetti-stecco perfettamente mimetizzati con la pianta a cui stanno attaccati.

La Città dei Bambini e dei Ragazzi

L’indomani facciamo ritorno nella zona del Porto Antico per andare in un’altra attrazione per i bambini, la Città dei Bambini e dei Ragazzi, ospitata nei Magazzini del Cotone, appena più defilati rispetto all’Acquario. Somiglia, per chi ci è già stato, all’area sperimentale del MUSE di Trento (di cui scrivo in un altro racconto). Si tratta di un ampio spazio, suddiviso in 3 grandi sale, in cui sono esposti oggetti e strumenti per fare degli esperimenti scientifici o per dimostrare principi fisici/scientifici.

Le sale sono organizzate per fasce d’età, crescente. Si parte dalla prima che è per i più piccolini ed è quindi più in forma di gioco.  Ci sono gru ed argani per sollevare pesi, carrucole, carriole, sabbia e finti mattoni, galleria del vento. Specchi e telecamere per riprendersi. Nella seconda sala l’attrazione di gran lunga più divertente sono le bolle.

C’è uno spazio dove sono a disposizione gli strumenti che di solito utilizzano gli artisti di strada che fanno spettacoli di bolle, con cui ci si può cimentare per produrre bolle giganti. Tonde, sottili come persiane, ma anche quadrate (si!). Oppure per chi è abile, ci si può mettere anche al centro e stare dentro la bolla con tutto il corpo!

In questa sala c’è anche un vero e proprio studio televisivo (che però è aperto solo per dimostrazioni in orari e giorni specifici, accompagnati da un operatore). In più, c’è un’altra postazione con microfono e sedie, dove ci si può posizionare per fare l’anchor man. Un’altra persona sta di fronte e maneggia la telecamera. Il risultato viene mostrato su una televisione sospesa. I miei bambini come da stereotipo dell’uomo medio italiano si sono subito improvvisati commentatori sportivi, facendosi domande e dandosi risposte sui recenti scambi del calciomercato.

Dall’ultima sala il piccolo (8 anni) non voleva più andarsene. Salvo che poi ad un certo punto ci siamo nuovamente fatti prendere dai morsi della fame e siamo usciti in cerca di cibo! Si tratta della sala per i più grandi, con divertentissime dimostrazioni di illusioni ottiche, biciclette per produrre energia, una sorta di galleria del vento.

Ma soprattutto un pannello a parete dove sono appese (attaccate con il magnete) varie forme con le quali costruire un percorso attraverso cui far passare una pallina di legno (corsie di legno, tubi di plastica, mulinetti, ecc.).

Anche qui una buona mezz’ora ce l’hanno passata! E si sono allontanati solo su nostra insistenza perché altri bambini volevano provare e loro stavamo monopolizzando da ore la postazione!

La Città dei Bambini e dei Ragazzi è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18, escluso il lunedì.

Il biglietto d’ingresso costa 5 eur (2-3 anni), 7 eur dai 3 ai 13 anni e 5 eur per il primo adulto. Dal secondo adulto in poi si pagano 3 eur. Una famiglia di 4 quindi spende indicativamente 22 eur. Per i bambini sono obbligatori i calzini antiscivolo. Se non li avete con voi dovete acquistarli al costo di 2 eur a paio, poi li potete tenere. Agli adulti invece vengono fatti indossare dei sovrascarpe.

Galata Museo del Mare, il Vascello Neptune e l’ascensore Bigo

Nell’area del porto Antico ci sono anche altre attrazioni, dove noi però non siamo stati. Il Galata Museo del Mare è un museo della marineria, il cui biglietto può anche essere acquistato in abbinamento a quello dell’Acquario. Però a detta di alcuni genovesi è adatto solo per chi ha una vera passione per il mare. Altrimenti si rischia di annoiarsi, perché è molto verticale. Un punto a favore della visita è il sommergibile Nazario Sauro, che è sommerso a fianco del museo, sul porto ed è visitabile all’interno.

C’è poi anche la ricostruzione di un antico galeone, il vascello Neptune. Fu realizzato nel 1986 nei cantieri di Port El Kantaoui, in Tunisia, per il film Pirati di Roman Polanski.

Infine, per chi vuole vedere l’area dall’alto, e sperimentare una delle opere dell’ingegno di Renzo Piano, si può salire sull’ascensore Bigo. Tutti i giorni dell’anno, ogni 10 minuti, la struttura circolare sale a 40 metri di altezza e lo sguardo può spaziare a 360° alla scoperta dell’area circostante.

Dove mangiare

Per uno spuntino veloce e delizioso nella zona del Porto Antico, consiglio il Panino Marino, in piazza Caricamento. E’ una specie di fast food che offre panini con farcitura a base di pesce e fritto al cartoccio.

Il fritto dei bambini, abbondante e delizioso. Noi grandi ci siamo avventurati in due diversi panini, quello di Ale a base di carpaccio di polipo, mentre il mio (sono notoriamente amante delle cose crude), con tartare di tonno. Il mio, numero 1! Tartare di tonno abbondantissima, con mozzarella, insalata e una salsina a base di basilico che dava al panino un pizzico di “genovesità”. Consigliatissimo!

Se invece volete mettere i piedi sotto la tavola, per cena la sera prima leggendo recensioni di altri viaggiatori avevamo optato per il Cavour 21. Si trova in Piazza Cavour, retrostante l’area del Porto Antico. Mmmh, ottimo posto per assaggiare cucina genovese. In particolare il pesto, di cui il ristorante ha vinto un campionato internazionale.

Sebbene ci sia stato un po’ da aspettare, il cameriere nonostante la gente è stato estremamente cortese e simpatico, i piatti erano abbondanti ed il conto onestissimo! Un carpaccio di polipo come antipasto, poi pasta per tutti e 4. Lasagnette al pesto per i bambini, trenette e trofie con pesto, patate e fagiolini per i grandi. Porzioni generosissime!.

Per finire abbiamo preso un fritto da dividere, un litro di bianco della casa e svariati litri di acqua. Il tutto a 52 eur! Impossibile prenotare, a meno che non si sia più di 7. Quindi il consiglio è di andare sul prestino, all’inizio del servizio, e segnarsi nella lista d’attesa. Vi diranno entro quando tornare per assicurarsi un tavolo. Noi abbiamo atteso circa 40 minuti. Ma li abbiamo trascorsi al parco giochi del Porto Antico, quindi senza sofferenze o lamentele!

Best Western Plus City Hotel
Via San Sebastiano 6, Genova centro storico, 16123 Genova, Italia

si dorme!

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si mangia!

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